domenica 19 novembre 2017



Son tornata da poco alla Baia, e non la conosco    
con le case dei turisti, chiuse in questo
inizio d'autunno.
Io lì ci passavo ogni giorno, d'estate,
e scendevo gli scalini ineguali
che ogni anno la pioggia mutava,
a volte mi tenevo alle piante
per non scivolare sui piccoli sassi
in infido equilibrio.

Ora han fatto a terrazze
la collina per metterci sdraio
e ombrelloni, prima c'erano i rovi
e alle volte trovavi le spine sulla maglia
e spesso anche graffi sulle mani
senza accorgerti, quasi.

Ho parlato ai bambini di quando c'era
la rotonda col bar che vendeva
coca cola e ghiaccioli e qualche novità
e sotto le cabine, quelle comuni
e quelle per i ricchi, con le porte azzurre
e la doccia a gettone.
C'era anche uno scoglio
un po' lontano dalla riva, lo chiamavano
il Vecchio Pontile, e andavamo a tuffarci
noi che avevamo paura di quello alto
dove attraccavano i vaporetti.

domenica 1 ottobre 2017



E' stato per caso,    
medusa urticante,
non previsto scontro.

Per sbaglio io nella tua vita
tu nella mia,
senza comunicazione
(neppure asintotica)
incompresa eventualità.

Piccolo fastidio la tua assenza
sensazione d'incompiuto,
occasione sprecata
per disinteressata amicizia.




Breve assenza da me   

Ero occupata a vivere
distratta da pascoli e mimose
e non ho ritirato
il numero del turno;
colpisce il vento gelido
dell'inverno inatteso
scrostati dialoghi
in mattinate
di tempi dilatati,
lambire parole in smania
di capire almeno un poco

e riprendersi il tempo
offerto deluso sprecato
diversa da me adesso,
tanto mentre non c'ero
era cresciuto il grano.

mercoledì 29 marzo 2017

La saggia formica
lavora senza padroni
non spreca
i suoi giorni
e gode
della sua attenta
e infaticabile
ricerca.

Ma io amo la cicala
che spande nell'aria
la sua gioia
di vivere un'ora.

giovedì 2 marzo 2017



Haiku che è quasi primavera

Ancora nebbia
con un diverso odore
dalla finestra.

domenica 19 febbraio 2017



Aveva scritto un libro       
senza avere mai letto
perché voleva essere innocente
e la sua solitudine
uscisse dalle pagine
a graffiarti spietata.

E me ne lesse, un giorno,
l'occhio calmo e folle
di chi si sta giocando
la vita ai dadi.

Raccolse quietamente le sue cose
e non parlammo più.

giovedì 9 febbraio 2017



Hai provato a chiudere gli occhi,     
eri bambino e venivano gli amici
la sera a vedere lo schermo bianco e nero,
meraviglia, dopo aver legato le viti
con i cavezzi che segano le mani,

e mio padre raccontava che in America
ogni famiglia aveva la sua auto
davanti alla porta, e noi a ridere,
che facevamo i turni in bicicletta,

e poi diceva che in America
fanno la pubblicità alla carta igienica,
noi avevamo appena messo le tubature dell'acqua
nel bagno ad angolo, con la bella tendina a fiori,
orgoglio di mia madre
che lo trattava come un tempio,
noi andavamo con le bottiglie
all'acqua buona da bere, alla fonana del Genio.

Ieri ho messo di nuovo le mani a coppa
e ancora buona è l'acqua, fresca il giusto,
e tu dici torniamoci nonna
è più buona dell'acqua Ferrarelle